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info progetto
Se la Terra fosse un corpo umano, la superficie della pietra sarebbe la sua pelle con le sue rugosità, le trasparenze, i colori toccati da luci radenti o diffuse, con le sue lentissime trasformazioni. Sarebbe come una pelle eterna, a differenza della nostra, una pelle nella quale si può rintracciare la storia dell’umanità nel suo insieme. Viene voglia di sfiorarla per poi affondare nella sua limpidezza, di cercare oggetti tra le sue pieghe per riafferrare pensieri che già esistevano in noi da sempre. Per questo negativo e positivo si compenetrano, come la percezione di un dentro e di un fuori. È pietra, è materia, è la pelle della natura.
Ogni muro di pietra, di granito o di marmo ha una propria texture. Segni, colori rilievi, chiaroscuri: il mio sguardo rimane ipnotizzato a cercare simboli o figure e a immaginarne messaggi per costruire delle storie. Tutto è stato plasmato dal tempo e dai venti, strumenti di un artista in cerca della sua opera. Sono i venti che hanno ispirato le serie di questo lavoro, che è anche parte del progetto più ampio sugli elementi della natura (Mother&Land): Eurus, Boreas, Zephyrus e Notus. I nomi dei primi venti conosciuti, che vanno da Nord a Sud, da Est a Ovest del mondo. Ho fotografato ogni dettaglio e ogni immagine l’ho invertita in negativo e riflessa in orizzontale per costruire un dittico “intero” formando nuovi simboli e nuove figure. Il negativo e positivo insieme riassumono il concetto del punto di vista che ho adottato nei lavori sull’ambiente: da un lato il presente, dall’altro un futuro che rispecchia un pianeta che non esiste più. La pietra è viva, ci parla, ci avvolge, ci aiuta e sono fermamente convinta che noi dobbiamo fare altrettanto, dobbiamo proteggerla e lei proteggere la nostra vita. Il mio lavoro artistico è ancora una volta permeato dal mio fil rouge tra vita e arte: un mondo migliore è possibile. Ho sempre fotografato ogni pietra in cui si sono soffermati i miei occhi, e le immagini vengo da tempi lontani e da luoghi lontani: analogico e digitale, negativo e positivo.
Nel costruire questo lavoro non sono stati i miei maestri fotografi o pittori ad ispirarmi, almeno in maniera evidente, sono state invece brani e poesie, di autori a me cari e noti ma anche poesie che ho scritto negli anni. La parola, i sentimenti, i valori tradotti in immagini. Ogni volta ho accarezzato e guardato la terra come fosse un essere umano...
Eurus, il vento dell’Est che porta l’autunno, vede il prevalere di colori tenui, di cieli più cupi e di foglie che appassiscono fino a scomparire. Anche qui le immagini sono state scattate in Cile, Repubblica Dominicana e Portogallo.
Boreas, il vento del Nord che porta l’inverno, le cui immagini sono state scattate in Cile e in Portogallo, ha delle note sul verde e sul rosa che richiamano la fine dell’autunno e lo sbiadimento dei colori.
Zephyrus, il vento dell’Ovest che porta la primavera, le cui immagini provengono prevalentemente dalla Spagna, è richiamato dal blu del cielo terso e dal giallo del sole che si risveglia.
Notus, il vento del Sud che porta l’estate, cui la maggior parte delle fotografie è stata scattata in Egitto, altre in Iran e in Grecia, è un turbinio di colori, come se le pareti colorate del Sinai si fossero lanciate verso il Nord del mondo per portare l’energia del sole.
premi
IPA 2010 Honorable Mention Category Fine Art
PX3 Official Selection Prix de la Photographie 2011 Category Fine Art/Abstract
press review
agenziaradicale.com testo di Giovanni Lauricella
press release